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  L’arcipelago de La Maddalena  Se già la Sardegna in sé è un’isola che non smette di sorprendere ad ogni angolo, i suoi “satelliti”, raggruppati a nord nell’arcipelago de La Maddalena, potrebbero esserne una versione concentrata, in termini di splendore. Dalle spiagge rosa di Budelli, al complesso Garibaldino di Caprera, ognuna delle 62 isole e isolette dell’arcipelago offre emozioni uniche a chi decide di visitarle. Con un totale di 180 chilometri di costa, per chi riesce a raggiungere anche le isole più remote in barca di certo non mancano i luoghi da cui tuffarsi nelle acque cristalline del mar Tirreno, o le cale, più o meno appartate, in cui stendersi comodamente a farsi baciare dal sole, lontani dalla folla e dalla routine quotidiana. Le isole più grandi, ed abitate, sono La Maddalena e Caprera, connesse da un ponte che facilita la visita a entrambe via auto. Per raggiungere l’arcipelago ci si può affidare ai numerosi traghetti che collegano giornalmente la città di La Maddalena e Palau, sulla costa nord della Sardegna.  

  Le terre dell’olio  Nell’entroterra salentino, tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca, si trovano Specchia e Presicce, le città dell’olio. La seconda dal 2019 fa comune unico con Acquarica del Capo ed è definita la città degli ipogei, per la presenza di frantoi sotterranei che per secoli sono stati la fonte di reddito primaria della zona. La tradizione degli ipogei è giunta anche a Specchia, dove però c’è un numero minore di questo tipo di frantoi. La campagna attorno a questi due antichi borghi ha un fascino puramente mediterraneo: distese di ulivi a perdita d’occhio, interrotte qua e là dalle rovine di qualche antica masseria fortificata, sullo sfondo di un cielo terso e profondamente blu.   

  Nella punta nord della Sardegna  Protesa verso la Corsica, Santa Teresa di Gallura è l’ultimo comune sardo nel nord dell’isola. Oltre, solo il mare delle Bocche di Bonifacio e poi l’isola francese. Come tutte le coste della Gallura, anche quella attorno a Santa Teresa è caratterizzata da spiagge e calette rocciose, affacciate su un mare smeraldino e trasparente. Inoltre, poco lontano dal borgo, la natura selvaggiamente affascinante di questa terra trova il suo spazio di massimo splendore nella penisola di Capo Testa. In cui, più che in paradiso, sembra di stare su un altro pianeta, tanto esotiche sono le formazioni rocciose che il vento ha bizzarramente modellato nel tempo. Scoprire questo angolo di Sardegna regalerà grandi momenti di stupore di fronte a paesaggi assai insoliti, così come meravigliosi momenti di vero relax nelle sue chiare spiagge morbide.   

  Alle porte della Sicilia Eclettica. Ecco l’aggettivo che meglio racchiude tutto il concetto di cosa è la Sicilia. Un territorio in cui si sono succedete nei secoli le culture più disparate, ognuna lasciando la sua traccia e tutte accomunate da un netto istinto conquistatore. Alcuni dei punti più strategici in cui gli antichi decisero di insediarsi furono le città di Messina e Milazzo, una per la sua posizione privilegiata sullo stretto che collega il Tirreno allo Ionio, e dunque al Mediterraneo, l’altra per la sua vicinanza alle isole Eolie, strategiche per il controllo di tutta la zona sud del Tirreno. Queste due città sono state tanto ambite dal popolo potente di turno quanto sconvolte dagli eventi storici più disparati, che fossero opera della natura o dell’uomo indistintamente. Andare alla scoperta dei loro territori sarà un’immersione nell’eclettismo siciliano, culturale e naturalistico, all’ennesima potenza.  

  Nelle profondità della Puglia  Alle porte della penisola salentina, a sud della provincia di Bari, si trovano due località in cui la natura ha espresso la sua forza creatrice tramite l’elemento dell’acqua. Che fosse acqua sotterranea, come nel caso di Castellana, o di mare, come a Polignano, poco importa: in entrambi i casi, gli effetti sul paesaggio sono di uno splendore più unico che raro. Seguite qualche consiglio per essere sicuri di non tralasciare nessun luogo d’interesse, durante la visita a Castellana Grotte e Polignano a Mare.   

Ai piedi dell’Etna  Uno dei vulcani più grandi d’Italia, nonché il più alto d’Europa, l’Etna è un gigante buono che, anche se potrebbe togliere tanto, in realtà non è una minaccia seria per i suoi abitanti da almeno due millenni. Anzi, in questo lasso di tempo è stato una grande fonte di benessere, in primis grazie alla fertilità del terreno. Una delle città che più ha beneficiato di quanto il vulcano ha da offrire, è sicuramente Randazzo. Situata ad appena una quindicina di chilometri dal cratere, oltre dunque ad essere quella più a rischio è anche paradossalmente la cittadina più abitata, tra quelle che sorgono sulle pendici dell’Etna. Randazzo è una cittadina che ha saputo sfruttare al meglio il terreno su cui sorge, utilizzando la pietra lavica per le proprie costruzioni, affermandosi così in tutta la sua meravigliosa peculiarità. Se Randazzo è il centro più affascinante dell’Etna, il più famoso invece è sicuramente Bronte, dal versante verso i monti Nebrodi. Soprannominata la capitale del pistacchio, anche questa cittadina ha saputo valorizzare le qualità del terreno vulcanico per l’agricoltura, con risultati eccezionali.   

  I borghi più medievali della Sicilia  In Sicilia si ricorda chiaramente il terremoto del 1693 che colpì indelebilmente la parte orientale dell’isola. Una delle conseguenze più importanti fu lo sviluppo del Barocco siciliano, stile che per necessità cambiò totalmente gli aspetti di città come Siracusa e Ragusa. Ma il terremoto non toccò la provincia di Palermo, dove infatti ancora oggi si possono ammirare in tutto il loro splendore le vestigia dei Normanni in questo territorio. In particolare, nel borgo di Cefalù si può ancora toccare con mano il passato medievale della Sicilia, per un’esperienza all’insegna della meraviglia, mentre nella vicina Castelbuono si potrà ammirare l’evoluzione continua di un borgo rimasto sotto il dominio della stessa potente famiglia per secoli.    

  Alla scoperta delle radici fenicie della Sardegna  La parte meridionale della Sardegna si distingue storicamente dal resto dell’isola per essere stata colonizzata dai Fenici, i quali convissero assai pacificamente con la contemporanea civiltà nuragica, che invece era autoctona del territorio. La prima città punica ad essere fondata su territorio sardo fu Nora, il cui antico centro è ancora oggi visitabile a Capo Pula, un sottile lembo di terra che si allunga per appena un chilometro verso il golfo degli Angeli. Passeggiare in questo luogo sacro e mitologico, tra gli antichi resti di una civiltà gloriosa, circondati dal mare che va dal blu intenso al verde cristallino, è una delle esperienze più emozionanti che si possono vivere in questo angolo di paradiso sardo. Inoltre, tutto attorno non mancano spiagge caraibiche in cui fin dai tempi antichi i locali amano rilassarsi per staccare dalla routine quotidiana.  

  I luoghi del secolare ingegno siciliano  Non è da tutti i giorni poter passeggiare tra edifici costruiti più di duemila anni fa e poterne ammirare ancora la bellezza originale. Per gli abitanti di Siracusa invece questa è la quotidianità. La città infatti era una delle più avanzate della Magna Grecia e raggiunse il suo massimo splendore in epoca barocca. La parte più antica della città sorge nell’isola di Ortigia, collegata alla terraferma da due ponti. Date le dimensioni ridotte della zona di maggiore interesse, il consiglio è di lasciare la macchina al parcheggio Paradiso, in prossimità del parco archeologico della città antica, e poi visitare Siracusa e la sua isola a piedi.